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Celiachia

Manifestazioni orali della Celiachia

La malattia celiaca comporta alterazioni particolari a livello dentario e a carico delle mucose orali che devono essere conosciute per evocare il sospetto della malattia stessa e per poter intraprendere i mezzi di prevenzione più idonei per evitare danni.
Al dentista spetta quindi riconoscere tali manifestazioni patologiche extraintestinali che potrebbero anche essere i primi sintomi della celiachia nelle forme atipiche e richiedere un approfondimento diagnostico.
In particolare la letteratura è concorde nel riscontrare a livello del cavo orale nei soggetti affetti da malattia celiaca una aumentata incidenza di:

– Ipoplasie dello smalto dentario
– Ritardo della eruzione dentaria
– Incidenza aumentata di carie
– Stomatite aftosa ricorrente
– Glossite atrofica.

Ipoplasia dello Smalto
La ipoplasia dello smalto si manifesta in aree male mineralizzate del dente che presentano una ampia variabilità, da alterazioni di colore con piccole macchie di colore bianco gesso fino ad aree maggiori di colore caffè, ad alterazioni strutturali che variano da una superficie ruvida e rugosa alla presenza di solchi e fossette nelle superfici dentarie normalmente lisce fino a casi estremi di completo sovvertimento della morfologia dentaria.
I difetti strutturali dello smalto dentario di soggetti celiaci sono, come si suole dire, “sistematicamente e cronologicamente distribuiti”, ovverossia sono bilaterali e simmetrici (sono coinvolte entrambe le emiarcate), e presentano “coerenza cronologica”, nel senso che le alterazioni seguono i tempi dell’amelogenesi, interessando le aree di smalto in corso di formazione al momento del manifestarsi della noxa lesiva. Il riscontro di una ipoplasia dello smalto isolata non è significativo per la celiachia.
Tale differente distribuzione sembra essere correlata allo sviluppo cronologico della dentizione permanente, essendo gli incisivi e i primi molari i primi denti a calcificare. Il minor coinvolgimento dei denti che calcificano successivamente potrebbe essere spiegato considerando che il loro processo di calcificazione inizia quando la malattia celiaca dovrebbe essere già stata diagnosticata e quindi il glutine eliminato dalla dieta.
Stomatite aftosa ricorrente SAR
E’ una condizione infiammatoria caratterizzata dalla comparsa di una lesione ulcerosa sulle superfici di rivestimento della bocca (mucose orali) e da conseguente dolore.
La capacità di sterilizzazione dei tessuti infetti, nonché la stimolazione del processo di guarigione, fa del laser lo strumento ideale per la terapia di queste dolorosissime lesioni, che, se trattate nel giro di 24 ore o poco più, hanno una rapidissima remissione (un giorno o poco più) e un’immediata riduzione della sintomatologia dolorosa , proprio come avviene dopo circa 1-2 settimane in modo spontaneo o con l’applicazione di farmaci.
Grazie all’effetto della stimolazione tissutale da parte del raggio laser, si ottiene una notevole riduzione della sensazione dolorosa ed una guarigione più veloce.
Carie
Il problema di carie nella malattia celiaca non è stato sicuramente ancora spiegato. Costacurta et al. hanno osservato una incidenza maggiore di carie nei pazienti con CD. Tuttavia, in letteratura è più frequente un parere opposto che può essere l’effetto di una migliore controllo sulla dieta,associato ad un numero minore di merendine, come pure una migliore igiene orale. Alcuni autori riferiscono di un livello inferiore di batteri che causano la carie nella saliva dei pazienti con malattia celiaca ( Streptococcus mutans, Lactobacillus). Tuttavia, altri studi non hanno confermato questo fatto.
Lo smalto affetto da lesioni ipoplasiche si presenta estremamente debole e aggredibile dagli acidi organici e da qualsiasi altro fattore potenzialmente lesivo esitando in vistose e precoci patologie della dentina e della polpa, i denti colpiti sono sensibili e possono scolorirsi o persino frantumarsi.
Per curare questa patologia la soluzione deve essere proporzionale al grado della patologia. Quindi un semplice restauro diretto (otturazione) in materiale composito, un intarsio per i casi intermedi e l’allestimento di una corona per i casi più gravi.
Anche l’età del paziente influenza la terapia. Essendo una patologia che insorge già durante l’eruzione del dente permanente (dai 6 anni circa), inizialmente si opta per il restauro diretto.
Ritardo dell'eruzione dentaria
I dati della letteratura non spiegano questo problema. Campisi et al. e Costacurta et al. osservato un fenomeno molto più frequente di questo tipo di disturbi nei bambini con malattia celiaca rispetto ai bambini sani. Secondo Campisi et al., il ritardo di eruzione dentale può riflette analogamente il ritardo di crescita, un segnale di malnutrizione e richiede la diagnostica verso l’intolleranza al glutine.
Lingua Atrofica
Lahteenoja et al hanno riscontrato nei soggetti celiaci alterazioni a carico della mucosa linguale che si associava nel 29,68% a sensazione di dolore, bruciore accompagnata da secchezza delle fauci. L’8,59% mostrava eritema o atrofia. E’ pertanto consigliato al dentista di prestare particolare attenzione alle “cosiddette glossiti”, soprattutto nelle forme croniche che non trovano alcuna plausibile correlazione con altre cause note.

Con le radiazioni delle radiografie endorali la quota assorbita dal feto è sei volte inferiore a quella delle radiazioni naturali assorbite quotidianamente, nonostante questo è meglio evitarle in particolare nei primi tre mesi di gravidanza.

L’American Dental Association ha stilato una lista a seconda del rischio che gli antibiotici rappresentano in stato di gravidanza per il feto; tra gli antibiotici l’utilizzo di penicilline e cefalosporine può essere considerato sicuro, l’unica controindicazione è data dal l ‘eventuale allergia della gestante. Per quanto riguarda gli analgesici, che servono per ridurre il dolore, il farmaco di prima scelta in gravidanza è rappresentato dal paracetamolo.

Spesso, durante la gravidanza, si nota l’aumento della malattia parodontale causata delle alterazioni salivari e dei tessuti parodontali. Altro consiglio che si può dare alle future mamme è quello di iniziare a prendersi cura della salute orale dei nascituri tramite l’assunzione, dopo consulto con il proprio ginecologo, di fluoro dal terzo mese di gravidanza.
La terapia inizia obbligatoriamente con una o più sedute di igiene professionale ambulatoriale, seguite da sedute di scaling (rimozione sottogengivale di placca e tartaro).

Nelle forme meno gravi, questi trattamenti sono sufficienti a garantire la guarigione; negli stadi più avanzati invece, è necessario ricorrere a trattamenti chirurgici.
Quest’ultimi possono essere resettivi (con rimodellamento osseo e plastica gengivale) o rigenerativi, con la rigenerazione dei tessuti parodontali (gengiva ed osso) grazie all’ausilio di biomateriali e membrane.

Qualora la gravità della paradontite non consentisse il mantenimento in sede degli elementi dentari, sarà possibile sostituire gli stessi ricorrendo ad adeguati interventi di implantologia.